In caso di lesione di 1 o più tendini della cuffia dei rotatori, se il dolore e la funzionalità non migliorano, se gli esami strumentali hanno confermato la lesione, lo specialista di SPALLAONLINE.IT potrà consigliarle l’intervento chirurgico di riparazione artoscopica della cuffia rotatori tenendo conto naturalmente dell’età, delle condizioni di salute generale e delle richieste funzionali.
È importante chiedere al medico i rischi e le possibili complicanze, l’obbiettivo dell’intervento e quale sarà il possibile decorso post-operatorio.
L’intervento potrà essere eseguito in day-surgery o in ricovero ordinario, viene comunque eseguito in anestesia locale cioè con una anestesia ecoguidata di plesso + lieve sedazione.
L’intervento nel 90% dei casi viene eseguito in artroscopia cioè con 3-4 piccoli fori nella cute e una telecamera che consente di operare all’ interno dell’articolazione, in alcuni casi specifici (rottura isolata del sottoscapolare per es.) l’intervento sarà eseguito a cielo aperto
L’artroscopia è una metodica miniinvasiva che si avvale di una ottica collegata a una telecamera e a un monitor, introdotta nell’articolazione attraverso piccole incisioni cutanee.
Questo sistema consente di ispezionare l’articolazione e lo spazio sub-acromiale in modo da poter confermare la diagnosi preoperatoria e di evidenziare lesioni non identificate con gli esami strumentali. Inoltre, consente di valutare l’elasticità e la qualità del tessuto tendineo prima di procedere all’eventuale sutura.
L’intervento nella patologia della cuffia dei rotatori prevede il trattamento dell’eventuale lesione tendinea (pulizia, reinserzione del tendine con ancore in titanio o se l’osso è di buona qualità con ancore in materiale che sarà integrato nel tessuto osseo nel giro di 1 anno) l’eventuale acromionplastica (cioè la “limatura” di una parte di soffitto osseo per aumentare lo spazio tra acromion e cuffia riparata) ed infine il trattamento delle lesioni associate (Capo Lungo del Bicipite, acromion-claveare, rigidità capsulare).
Al risveglio
Dopo l’intervento chirurgico il paziente avrà una medicazione con garze sopra gli accessi artroscopici o sopra la ferita chirurgica. Al risveglio l’arto operato sarà inoltre contenuto in un tutore a 10-15 gradi di abduzione in rotazione neutra. Il tempo medio di degenza in ospedale dopo questo intervento è di circa 1-2 giorni, salvo complicazioni.
Verrà mantenuto un tutore ortopedico da mantenere per il periodo prescritto dallo specialista (da 25 a 35 giorni a seconda della patologia) sarà consigliata una terapia medica antitromboembolica e antidolorifica, un protocollo riabilitativo e saranno comunicate la date dei controlli successivi a 10-15 giorni per rimozione punti e a 45-60 giorni e 90-120 giorni per controllo clinico-ecografico.
Il paziente potrà vestirsi e svestirsi, scrivere al computer, sfogliare il giornale, allacciarsi i vestiti, cauti movimenti in rotazione e pendolari. VEDI VIDEO SU SPALLAONLINE.IT
Potrà fare la doccia con cerotti impermeabili dopo 3 giorni e dopo 7 giorni può iniziare impacchi acqua e amuchina diluita sui punti di sutura
- Non fumare nella settimana precedente e per le 4 -5 settimane successive all’intervento (il fumo inibisce la cicatrizzazione!)
Dopo 15-20 giorni dall’intervento verrà iniziato un programma di riabilitazione fisioterapica che generalmente prevede un’iniziale mobilizzazione passiva attraverso il noleggio di un mobilizzatore passivo a domicilio (kinetec) per 15 giorni con frequenza di 3 volte al giorno per 15 -20 minuti ciascuna, sotto la soglia del dolore. VEDI VIDEO SU SPALLAONLINE.IT
Dopo 4-5 settimane si inizia la kinesi terapia assistita da terapista in un centro riabilitativo di fiducia, per completare il recupero della articolarità passiva poi inizierà una successiva graduale mobilizzazione attiva assistita dell’articolazione.
Il processo riabilitativo dura circa 3 mesi, è monitorato da controllo clinici ed ecografici a
45-60 giorni e 90-120 giorni da parte degli specialisti di SPALLAONLINE.
In genere si riprende la guida dell’auto dopo 45 giorni, un lavoro impiegatizio dopo 2 mesi, un lavoro manuale leggero non oltre 5 kg di mobilizzazione dopo 3 mesi e lavori più pesanti con mobilizzazioni oltre 7-8 kg dopo 4 mesi.
Per lo sport si può riprendere nuoto e palestra leggera senza pesi a 3 mesi, iniziare il recupero sport specifico a 4 mesi e le competizioni a 5-6 mesi.
È necessario ricordare che il recupero funzionale e della forza dell’arto richiede di solito più tempo e che questo varia in relazione al tipo di lesione e al tipo di riparazione.
COSA SI DEVE SAPERE
- Dolore e rigidità post-operatorie: l’utilizzo di farmaci antidolorifici e ghiaccio serve a ridurre, ma non annulla del tutto il dolore nel post-operatorio, molto variabile da paziente a paziente pur a parità di tipo e entità intervento. È s.t. notturno, si riduce dormendo semiseduti e può durare pochi giorni o anche 2 mesi fino a che non è avvenuta la completa cicatrizzazione tendinea. È possibile inoltre che oltre al dolore si associ una rigidità articolare (capsulite adesiva). Questa complicanza è più frequente nelle donnetra i 40 e i 55 anni, in presenza di alterazioni tiroidee preesistenti, di sinovite intraoperatoria o di riabilitazione troppo aggressiva e frequente. Questa rigidità si tratta con terapia medica e con terapie fisiche antalgiche (neuromodulazione - inter x), con infiltrazione articolare cortisonica dopo i 45-60 giorni da intervento e riducendo frequenza riabilitazione. Comunque una rigidità strutturale definitiva di spalla dopo artroscopia di spalla ha un tasso d’incidenza di circa 5 %, secondo dati in letteratura e la percentuale di interventi di artrolisi – release aderenze dopo 6-12 mesi da intervento è ancora inferiore.
- Non cicatrizzazione: si verificano in una percentuale che varia dal 10 al 50% dei casi a seconda dell’età, delle dimensioni della lesione e delle patologie concomitanti (diabete, ipertensione, colesterolo, fumo). Spesso è asintomatica, viene in individuata solo da un controllo clinico ed ecografico che noi di SPALLAONLINE eseguiamo a 45-60 giorni e a 90-120 giorni da intervento, comporta un parziale deficit di forza ma necessita di un re-intervento solo in una percentuale di casi inferiore al 5%.
- Complicanze VASCOLO-NERVOSE: l’intervento chirurgico viene effettuato per sua natura in vicinanza di strutture vascolo nervose e questi ultimi possono essere interessati da lesioni di vario grado, con una frequenza che varia dal 1% al 2% in questo tipo d’intervento. La tecnica artroscopica riduce ulteriormente queste percentuali. La maggior parte di queste lesioni temporanee non richiede interventi
- Complicanze Infettive: nonostante la profilassi antibiotica e le precauzioni di sterilità normalmente attuate, può verificarsi una complicanza infettiva che dovrà essere trattata con le appropriate terapie del caso. La tecnica artroscopica riduce ulteriormente questa complicanza
- Complicanze Tromboemboliche: in letteratura sono descritti casi eccezionali (< 1 %) e spesso legati a fattori predisponenti genetici.
Noi di spallaonline eseguiamo comunque profilassi trombo embolica con eparina a basso peso molecolare in tutti i pazienti
- l’obbiettivo principale dell’intervento è la riduzione del dolore non il recupero di forza. quest’ultima è in relazione a dimensioni lesione, sua ricostruzione anatomica, l’integrità muscolare pre-intervento, l’età e le condizioni di salute del paziente. nei casi di grave deficit funzionale – spalla pseudoparalitica. l’obbiettivo è la ripresa di una funzionalità sufficiente per la vita di relazione (non lavorativa manuale –pesante).
- non è possibile garantire la ricostruzione anatomica della cuffia per dimensioni lesione oltre i 2 cm, retrazione dei monconi, perdita elasticità o scarsa qualità tendinea. In caso di ampia lesione, grave retrazione, perdita di elasticità, perdita o scarsa qualità del tessuto tendineo (elementi spesso valutabili solo al momento dell’intervento) si procederà a intervento di riparazione parziale o funzionale cioè a una riduzione e fissazione della lesione. In casi di assoluta irreparabilità potrà essere eseguita solo la pulizia articolare.
in caso di lesione o instabilità del capo lungo del bicipite è spesso necessario eseguire la tenotomia (sezione) del capo lungo del bicipite alla sua origine- inserzione con cicatrizzazione nella doccia bicipitale nell’80% dei casi. Nel 20% dei casi il capo lungo non cicatrizza o cede a distanza di mesi con conseguente deformità estetica della regione bicipitale – tipo braccio di ferro – senza deficit funzionali o di forza secondari
È possibile che l’intervento possa proseguire a cielo aperto per caratteristiche della lesione o per problemi tecnici. in caso di lesioni massive di sovra e sottospinopso irreparabili per retrazione e trofismo muscolare, potrà essere proposto un intervento misto open – artroscopico che è il TRANSFER DI GRAN DORSALE ARTROSCOPICO ASSISTITO che presenta complessità, complicanze e tempi di recupero ben diversi da interventi classici di riparazione di cuffia.
la riabilitazione a secco e in piscina inizia dopo 30-35 giorni e dopo un periodo di mobilizzazione passiva continua – kinetec – a domicilio per 15 giorni circa, la frequenza consigliata è di 3 sedute a settimana, dura dai 3 ai 5 mesi a secondo della gravità della lesione e degli obbiettivi prefissati e può essere accompagnata da dolore per i primi 2-3 mesi indipendentemente dal tipo e gravità della lesione.
La GUIDA DELL’AUTO è consentita dopo 40-45 giorni anche per evitare contenziosi assicurativi
la ripresa di lavoro impiegatizio a 2 mesi, lavorativo manuale leggero con mobilizzazioni non oltre 3-5 kg a 3 mesi, lavorativo manuale pesante oltre 7 kg ad almeno 4 mesi