Le nuove tecnologie entrano al servizio anche della chirurgia di spalla.
Dal guidare a distanza i movimenti del chirurgo grazie alla tecnologia GPS, ai sensori che semplificano il recupero post operatorio di particolari gesti atletici o professionali, ecco tutti i vantaggi che le nuove tecnologie apporteranno alla chirurgia di spalla.
Presentati al convegno “Hot topics in shoulder arthroplasty” organizzato dal dottor Paolo Baudi dal 12 al 13 ottobre, ecco in anteprima le tecnologie più innovative per le patologie di spalla.
Le nuove tecnologie entrano al servizio della chirurgia di spalla, con l’obiettivo di raggiungere la precisione ottimale dalla diagnosi e all’intervento, oltre che per migliorare il recupero post-operatorio. «Per quanto riguarda la diagnosi – spiega il dottor Paolo Baudi – con la visita clinica e l’ecografia in tempo reale è possibile correlare i dati clinici della visita all’esame ecografico eseguito real time. In questo modo, il chirurgo può effettuare una diagnosi immediata sulla patologia del paziente, ed eventualmente intervenire con trattamenti immediati. Invece, tra le tecniche più innovative e interessanti che stanno per cambiare gli interventi di impianto di protesi – continua lo specialista di spalla, cofondatore del sito www.spallaonline.it – c’è sicuramente la metodica di impianto protesico “GPS”. Questa tecnica funziona proprio come un navigatore satellitare che guida la mano del chirurgo durante tutta la durata dell’intervento, grazie a sensori che seguono una mappa 3D della protesi costruita adattandosi al paziente. Con questa nuova tecnica si riduce sensibilmente il margine di errore e il rischio di complicanze al momento dell’impianto della protesi. Per quanto riguarda il post-operatorio, infine, si sta diffondendo sempre di più la tecnologia che prevede l’utilizzo di sensori inerziali applicati in posizioni precise della spalla e del braccio. Questi sensori inviano segnali a un software in grado di tracciare, come in un action game, la posizione dell’arto superiore, permettendo di elaborare una curva di movimento animata dell’arto e, quindi, facilitare la valutazione di funzionalità prima e dopo l’intervento di spalla, oltre a monitorare e migliorare la riabilitazione. Infine, per aiutare il paziente a recuperare gesti lavorativi o sportivi, arriva il cosiddetto “pacemaker di spalla” che corregge lo scompenso funzionale, avverte il deficit di contrazione durante il gesto atletico e lo corregge inviando uno stimolo al muscolo addormentato.